L’Albero di Giuda, spettacolo tra natura e leggenda

La primavera è arrivata: il paesaggio della Valnerina è tornato a colorarsi del verde delle foglie nuove, del blu limpido del cielo e di tutte le tonalità dei fiori appena sbocciati; a questa tavolozza di meraviglie se ne aggiunge, anche se solo per qualche giorno, una davvero particolare che non passa certo inosservata…

L’Albero di Giuda, spettacolo tra natura e leggenda

Chiunque si trovi a passare in Valnerina durante i primi giorni di primavera, avrà la fortuna di ammirare uno degli spettacoli più incantevoli offerti dalla natura. Per un paio di settimane all’anno, l’intera valle del Fiume Nera si tinge di rosa grazie alla fioritura dell’Albero di Giuda. Una pianta ormai diventata parte anche dei nostri boschi, nonostante non sia originaria delle nostre zone.

La sua introduzione si lega all’arrivo nel VI secolo di numerosi monaci provenienti dalla Siria, a cui viene attribuito l’inizio di numerose comunità monastiche sorte in tutta la valle. DI questo gruppo fanno ad esempio parte i santi Felice e Mauro, venerati nell’abbazia romanica che porta il loro nome costruita ai piedi della frazione di Castel San Felice.

Inizialmente chiamato “Albero di Giudea”per via di questa sua origine, il siliquastro è diventato noto, forse per un errore di trascrizione, come Albero di Giuda, legandosi così alla vicenda delfamoso traditore. Numerose sono le storie e leggende legate a questo nome: la più famosa racconta come Giuda baciò Gesù proprio sotto le sue fronde, o che l’Iscariota, vinto dal rimorso, si tolse la vita impiccandosi ai suoi rami.

Al di là delle leggende, questa pianta possiede una caratteristica molto particolare chiamata caulifloria: i suoi fiori nascono direttamente dal tronco e anticipano lo spuntare delle foglie, regalando un’improvvisa fioritura che copre ogni singolo ramo, quasi un piacevole “tradimento”delle aspettative di chi lo osserva.

Altre storie e leggende sull’Albero di Giuda

Il nome botanico del siliquastro, Cercis Siliquastrum, si riferisce al caratteristico baccello chiamato siliqua, che matura dai suoi fiori. Il termine Cercis, derivato dal greco, significa invecespola o navetta: la forma allungata dei baccelli richiama quella della spola di un telaio.

Terminata la fioritura, le piante iniziano a ricoprirsi di fogliedalla romantica forma a cuore, che gli ha fatto guadagnare anche il soprannome di Albero dell’Amore, tantoche in Spagnasi pensa che un bacio scambiato sotto i suoi rami possa portare buona sorte alla coppia di innamorati.

In Valnerina il siliquastro è chiamato anche come melaggine, forse per il sapore dolce dei suoi boccioli, che ricorda quello del miele.

L’albero di Giuda non è dunque solo una pianta: è un vero patrimoniofatto di storia, tradizione e leggende che nessuno potrà mai verificare del tutto. Ah, se gli alberi potessero parlare…!Per ora, godiamoci questo effimero spettacolo che si ripete, meraviglioso, di anno in anno.

Vi aspettiamo in Valnerina!