Musei che hanno stoffa

Un progetto di valorizzazione della tradizione tessile Umbra

Sono almeno trenta musei i umbri che sono esclusivamente dedicati al tema del tessile o che possiedono nelle loro collezioni manufatti in tessuto, pizzo, merletti, così come paramenti sacri, abiti, costumi e accessori.

Le arti tessili attraversano trasversalmente le epoche e i territori e tramandano abilità e saperi – spesso esclusivi del mondo femminile – e testimoniano in modo evidente la vita quotidiana e le cerimonie pubbliche, l’economia domestica e il commercio di lusso, i riti sacri e quelli civili.

Frutto di tali arti, i manufatti venivano trasmessi in eredità e in dote e facevano parte del patrimonio stimabile in moneta.

Le tecniche di produzione, insegnate nelle case, nei conventi e nelle scuole appositamente costituite, fornivano alle donne fonte di reddito e di riscatto sociale.

NEI MUSEI

Ogni museo interessato dal progetto è stato dotato di schede esplicative nelle quali sono presentate sinteticamente le collezioni e le tipologie esposte, accompagnate da una selezione di immagini, soffermandosi anche nella descrizione delle tecniche di tessitura e ricamo proprie di un luogo.

Un’attenzione particolare è stata dedicata alle tovaglie “alla perugina”, conservate in originale in diversi musei umbri (in particolare, alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia), famose per essere raffigurate nelle pitture dei grandi maestri del Medioevo e del Rinascimento.

Il progetto “Musei che hanno Stoffa” è un progetto di valorizzazione museale, avviato nel 2008 su iniziativa dei comuni di Spoleto e di Sant’Anatolia di Narco, sostenuto dalla Regione Umbria con i fondi della Legge Regionale n. 24/2003 (“Sistema museale regionale. Salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali connessi”).