La canapa nella moda tra passato e presente

Non solo corde e corredi: la canapa ha un glorioso passato nell’abbigliamento e oggi, tra alta moda e green fashion, sembra voler tornare ai fasti di un tempo!

La canapa nella moda tra passato e presente

Prima del boom del cotone e della diffusione massiccia delle fibre sintetiche, per i quali si dovrà aspettare il Secondo Dopoguerra, uno dei tessuti più utilizzati nella moda in Italia è proprio la canapa. Siamo in pieno regime autarchico e il nostro paese in quel periodo detiene il primo posto nella produzione mondiale di canapa per qualità e il secondo posto per quantità dopo la Russia. Insomma, un vero e proprio vanto nazionale!

La nostra collezione di riviste d’epoca, che ci consente di studiare l’evoluzione del costume tra il 1920 e il 1980, si è rivelata essere di grande aiuto per comprendere quanto la canapa fosse diffusa e importante nella moda italiana della seconda metà del Ventennio.
Il tessuto di canapa veniva impiegato prevalentemente per rifarsi il guardaroba estivo ed era adatto sia per l’abbigliamento maschile che per quello femminile ma soprattutto, grazie alla sua resistenza e praticità, era l’ideale per vestire i più piccini (Grazia, 12 Giugno 1941).
Il Linificio e Canapificio Nazionale, come si legge in Fili del Marzo 1939, produceva “i tessuti nuovi che faranno la moda della nuova stagione”, stoffe dai colori accesi e dalle fantasie originali capaci di rendere più allegri e vivaci gli abiti dalle linee austere che caratterizzavano lo stile autarchico.
Righe, quadretti, fiori colorati: questi erano i motivi più gettonati per camicette, corpetti e vestiti ma anche lo stesso colore naturale della fibra era molto apprezzato per pantaloni, gonne e spolverini dallo stile coloniale (Grazia, 15 Maggio 1941; 22 Maggio 1941).
Come dimenticarci infine dei sandali? Questi potevano addirittura essere realizzati interamente in canapa, con la suola e la zeppa di corda e la tomaia in tessuto (Fili, Agosto 1939).

A partire dagli anni Cinquanta però, come testimoniano sempre le nostre riviste, l’utilizzo della canapa nell’abbigliamento va scemando: compare ancora in alcuni tailleur e abiti estivi, in qualche prendisole, o in borse da viaggio (Annabella 22 Agosto 1954; 14 Luglio 1957), ma nel mondo della moda si stanno ormai affermando tessuti sintetici come il Nailon e il Terital, leggeri, morbidi, elastici, versatili. Assorbono maggiormente il colore rispetto alle fibre naturali, si adattano meglio alla moda in costante cambiamento e vengono ampiamente pubblicizzati dalle riviste e, a partire dagli anni Sessanta, dai “caroselli” televisivi.
La canapa resiste invece, sebbene ancora per pochi anni, nella biancheria di casa, come possiamo notare dal gran numero di tovaglie e copriletti presenti nelle riviste di lavori femminili (Rakam su tutte) di quel periodo.

E oggi? Dopo decenni di abbandono dovuti non solo al trionfo delle fibre sintetiche ma anche ad una serie di leggi proibizioniste, negli ultimi anni, in Italia e nel mondo, si sta assistendo ad una crescente, seppur lenta, ripresa della canapa tessile. Diverse case di moda hanno infatti utilizzato tessuto di canapa nelle loro collezioni: Armani l’ha impiegata insieme al lino per la linea Armani Jeans nel 2002, Prada e Chanel nelle borse e nelle scarpe e l’azienda umbra Cucinelli ha realizzato dei campionari di completi da uomo, uno dei quali esposto proprio presso il nostro Museo.
La green fashion, che si occupa della produzione di moda etica e sostenibile, ha inoltre fatto della canapa un suo cavallo di battaglia insieme al lino e al cotone biologico ed è oggi un settore in costante sviluppo, grazie soprattutto a stilisti di spicco come Stella McCartney, che impiega anche tessuti in canapa per le sue creazioni, e ad iniziative come i Green Carpet Fashion Awards, i premi dedicati alla sostenibilità all’interno del fashion system, organizzati dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con Livia Firth.
Anche un colosso del fast fashion come H&M ha voluto puntare sull’attenzione per l’ambiente scegliendo canapa biologica per la linea Conscious Exclusive.
La cannabis è diventata inoltre un soggetto di tendenza nelle collezioni di designers come Alexander Wang e Jeremy Scott che, non senza una buona dose di ironia, hanno fatto sfilare in passerella modelli e modelle con indosso cappotti, vestiti e gonne “tappezzati” con la famosa foglia a sette punte! Una scelta creativa non casuale, dovuta molto probabilmente alla legalizzazione avvenuta nel 2016 in diversi paesi degli Stati Uniti. Anche la fashion blogger italiana Chiara Biasi ha ceduto al trend della cannabis, firmando due capsule collection di costumi da bagno e occhiali da sole stampati a tema “marijuana”.

È innegabile che oggi nella moda la canapa è di moda! Noi ci auguriamo che, grazie alle recenti leggi, il settore tessile continui la sua espansione. D’altronde, chi non amerebbe indossare un comodo e freschissimo vestito di canapa durante la stagione più torrida?

BIBLIOGRAFIA
Antonio Donà Dalle Rose, “La Canapa: coltivazione e utilizzazione industriale”, 1938 – Ramo Editoriale degli Agricoltori, Roma
https://fashionmagazine.com/fashion/marijuana-fashion-trend/
http://www.vogue.it/news/appuntamenti-eventi/2016/09/19/green-carpet-challenge-bafta-london-fashion-week-bonaveri-livia-firth-anna-wintour/
http://www.vogue.it/moda/news/2016/03/18/hm-fashion-forward-conscious-exclusive/
http://www.sfilate.it/278398/chiara-biasi-firma-la-nuova-capsule-collection-police