I Dolenti di Sant’Anatolia di Narco
Sculture restaurate dopo il sisma
Gli eventi sismici che si sono abbattuti tra l’estate e l’autunno 2016 in Valnerina hanno lasciato un segno indelebile, di rovina ma anche di rinascita, su questa terra. Sembrerà paradossale, eppure l’ultimo terremoto ha offerto l’opportunità di ripensare al patrimonio storico-artistico della regione.
Come già, infatti, all’inizio del XX secolo sosteneva l’economista austriaco Joseph Schumpeter, è sempre “la distruzione creatrice” la prima forma di innovazione. Il presente restauro del gruppo ligneo policromo, con al centro Cristo Crocifisso affiancato da Maria Vergine e san Francesco, dei così denominati Dolenti di Sant’Anatolia di Narco non fa altro che ribadire quanto già preconizzato dal pensatore austriaco. Spinta dall’evento calamitoso e dalla sua mai del tutto celata bellezza, la Soprintendenza Archeologia di Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, in accordo con, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Umbria e l’Arcidiocesi Spoleto-Norcia, e forte del sostegno finanziario erogato dal Nobile Collegio del Cambio di Perugia, ha prima ritenuto di mettere in salvo le predette sculture presso il Deposito di Santo Chiodo a Spoleto e poi di restaurarle con l’intervento della cooperativa CBC Conservazione Beni Culturali di Roma. Ed ora, dopo varie traversìe, il gruppo scultoreo dei Dolenti di Sant’Anatolia di Narco torna nella sua antica dimora.
Spenti i riflettori, tra gli uomini illustri di Pietro Perugino, le splendide tarsìe lignee di Domenico del Tasso e la sovrastante Giustizia in terracotta dorata di Benedetto da Maiano, dell’esposizione allestita presso il Collegio del Cambio di Perugia (Agosto-Ottobre), a partire dalle 10:30 di venerdì 9 luglio 2021, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Sant’Anatolia di Narco saranno il pregevole gruppo ligneo, finalmente restaurato.
Come affermato da Tullio Fibraroli, sindaco del Comune di Sant’Anatolia di Narco:
“Le qualità artistiche delle sculture sono indubbie, ma la loro importanza sociale e devozionale per la mia comunità, che rappresento con passione ed orgoglio, travalica l’aspetto meramente estetico. Con la presente restituzione del gruppo, è stato ricucita una ferita e la comunità può finalmente riabbracciare i propri paladini del sacro. Confidiamo che questo sia il primo passo per quella stagione di Rinascita tanto desiderata qua in Valnerina”.