Canapa. Case di oggi e materiale del futuro

Canapa. Case di oggi e materiale del futuro

Sono ormai diversi anni che ci occupiamo di canapa e degli utilizzi che, in passato quanto nel presente, si possono fare di questa pianta incredibile.

Oggi vogliamo parlare di canapa e edilizia. In questo settore si utilizza lo stelo della pianta, composto da due elementi: il tiglio, ossia la parte esterna da cui si ottiene la fibra, e il prezioso canapulo, la parte legnosa della bacchetta. Questi due componenti vengono impiegati in bioedilizia insieme o separati. Con la fibra si realizzano principalmente pannelli isolanti, mentre il canapulo si utilizza per ottenere materiali da costruzione come mattoni, coppi, tegole, murature, intonaci, massetti e altri tipi di gittate.

La canapa in edilizia, oltre a essere un materiale completamente eco-compatibile, possiede svariate proprietà e virtù. Nel nostro Museo, ad esempio, è stata impiegata nella ristrutturazione dei locali adibiti a laboratori di tessitura. Questi ambienti sono molto confortevoli, sia in estate che in inverno, proprio grazie alla canapa, che svolge una funzione isolante a livello termico (oltre che acustico). Questo aspetto, tradotto in effetti pratici, permette di avere un ambiente piacevolmente caldo in inverno e fresco in estate senza un elevato consumo energetico, tanto che il Museo è stato premiato nel 2014 con il marchio Green Heart Quality della Regione Umbria. Oltre a questo aspetto molto importante, la canapa è auto estinguente, un regolatore di umidità ed è anallergica.
Negli anni il Museo ha ospitato vari laboratori e incontri proprio per raccontare quanto fosse straordinario ciò che si poteva non solo realizzare, ma proprio costruire con la canapa. Una mission importante perché, per citare l’architetto Paule Favre (1) «La canapa è il materiale del futuro».

Se da un lato ci si aspetta, quindi, che nel campo della canapa non ci si fermi sicuramente qui, dall’altro vogliamo raccontarvi di un progetto decisamente simpatico: le case di paglia di canapa realizzate da Antonio Trionfi Honorati.
Oltre che essere un amico del Museo, Antonio è un architetto e un agricoltore che coltiva da diversi anni canapa… insomma, un agritetto!
La sua idea, nata dall’unione delle sue due passioni, è stata quella di realizzare un intero edificio realizzato con paglia di canapa. In questo modo è possibile saltare due processi produttivi: la stigliatura per la produzione del canapulo necessario e la formatura dei mattoni stessi. SI tratta quindi di un’attività a bassissimo impatto ambientale, poiché la canapa è una coltura stagionale e biologica per definizione. Così, avendo già visto nel campo edile l’utilizzo di balle di paglia di frumento, ha pensato di sostituirle con la canapa, teoricamente migliore per le proprietà di cui abbiamo già parlato.

Un’ulteriore caratteristica di questo tipo di edificio è l’antisismicità: le balle, infatti, non sono rigide come lo sono i mattoni o, ancor più, il cemento, ma elastiche. Una volta messe in opera a pressione tra un pilastro e l’altro della struttura portante in legno, come ha fatto il nostro agritetto, diventano un elemento che ammortizza qualsiasi tipo di sollecitazione, come può essere una scossa di terremoto.

Lo scopo era anche di realizzare, “coltivando i propri mattoni”, delle case a Km 0 che fossero performanti dal punto di vista dell’isolamento termico, economicamente vantaggiose ed eticamente sostenibili. In questo progetto, la canapa è stata utilizzata come isolante nelle fondazioni, nella copertura e nella tamponatura. Al contempo, il pavimento è stato realizzato con la tecnica del “coccio pesto”, per cui non è previsto l’impianto di riscaldamento.

La casa di paglia di canapa, inaugurata nel 2017, è stata adibita a punto vendita dei prodotti a base di canapa della stessa azienda e a laboratorio di attività didattiche.

Che non sia davvero la canapa, “il maiale vegetale”, il materiale edile del futuro?

 

(1) Paul Favre ha partecipato al talk show che ha aperto lo spettacolo teatrale “Gradevole, dolciastro e … dimenticato”, – mettere link articolo blog- realizzato proprio da una collaborazione tra il Museo e la comunità di Sant’Anatolia di Narco